Orari Museo Raffaelli
Mattino: Dalle 9.00 alle 12.00
Pomeriggio: Dalle 15.00 alle 18.00
Il Museo ospita anche opere dell’ex Convento di Sant’Anna di Capodistria, facente parte un tempo della Provincia Veneta dell’Ordine dei Frati Minori: risalgono ai secoli dal XV al XIX e sono esposte, a oltre mezzo secolo dal loro ricupero, grazie ai buoni uffici e ai restauri delle Soprintendenze di Mantova e di Trieste.
Per visitatori con difficoltà deambulatorie è disponibile l’ascensore
Il percorso museale ha un’anticipazione nel secentesco affresco di anonimo pittore locale (San Francesco riceve le stimmate e Frate Leone) staccato dalla controfacciata del convento dopo i crolli del 1976.
Di Benedetto Carpaccio (Adorazione del nome di Gesù) e di Francesco di Girolamo da Santacroce (Deposizione di Cristo) sono le tele collocate in Santuario.
Il Museo – allestito su progetto dell’architetto Gianpaolo Della Marina – è dedicato al gemonese Renato Raffaelli, benefattore e sostenitore delle iniziative culturali del Convento francescano.
L’esposizione si apre con la tela Sant’Antonio e il Bambino Gesù del gemonese Giovanni Battista Tiani (1671-1737) cui si accompagnano due lavori settecenteschi (Addolorata e Madonna delle lacrime) di autori ignoti. Sulla parete di fronte, dopo un gruppo di stampe del sec. XVIII (da Sant’Anna di Capodistria), l’opera San Francesco riceve le stimmate mette in evidenza le doti pittoriche di Melchior Widmar, cui si devono numerosi lavori del Museo e del Santuario.
Le opere della sala provengono dall’ex Convento capodistriano di Sant’Anna, appartenente un tempo alla Provincia Veneta dell’Ordine dei Frati Minori. Fra i numerosi lavori finalmente esposti a oltre sessant’anni dal loro ricupero grazie ai buoni uffici delle Soprintendenze di Mantova e di Trieste
Con la scultura dorata e dipinta della Madonna Bella (eccellente lavoro di un abile intagliatore del primo Quattrocento d’ambito salisburghese, recentemente restaurata a cura della Laboratorio di Restauro della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia), la sala offre alcune delle opere più ammirate della primitiva Pinacoteca Antoniana
Non mancano in questa sala opere di pregio come i dodici dipinti che illustrano prodigi e miracoli del Santo Taumaturgo. Si tratta di piccole tavole forse dell’udinese Gio. Giuseppe Cosattini che a metà Seicento ricorda, con scene di effetto e di grande qualità, portentosi episodi della vita del Santo e alcuni miracoli avvenuti a Gemona per sua intercessione tra il 1647 e il 1653.
Insieme con un gruppo di opere del Santuario – San Pietro penitente, San Giovanni Battista, Ecce Homo (ambito locale, sec. XVII) e Gesù nell’orto degli ulivi (ambito locale, sec. XVIII) – la sala accoglie altri dipinti del Convento di Sant’Anna di Capodistria tra cui quattro lavori di autori anonimi di scuola veneta
L’intervento trova motivazione nella necessità di collocare le cosidette “Opere Istriane”. Patrimonio, per lo più pittorico, proveniente dall’ex Convento di sant’Anna in Capodistria.
Per l’esposizione del patrimonio artistico Istriano è stato valorizzato l’intero impianto museale, senza con ciò rinunciare a nulla di quanto già precedentemente presente.
Il percorso espositivo, recupera il vano gia adibito a cappella feriale (sala 2) e lo collega alle altre sale del Museo.
Pochi nuovi elementi espositivi sono stati realizzati sia per esporre le Opere Istriane sia per valorizzare quanto precedentemente esposto. Un “vano” nicchia è stato realizzato per la quottrocentesca Madonnina Bella che attualmente domina la sala 3 e di fatto viene a trovarsi al centro del percorso di visita.
E’ stato realizzato anche il grande mobile centrale in sala 5, quasi una stanza all’interno della sala stessa. Il mobile contiene l’oreficeria del Santuario ed alcune opere di pregio provenienti dall’Istria. Il corridoio d’uscita, oggi sala 5, è stato reso parte integrante e fondamentale del percorso.
La scelta progettuale di fondo, per la maggiore resa delle opere esposte e quindi per il loro godimento. è data dall’illuminazione puntuale di ciascuna che di fatto “isola” ogni pittura dal contesto rendendone più facile e suggestiva la lettura in un ambiente che risulta rilassante e meditativo.
Arch. Gianpaolo Della Marina